Roma – Sono circa 400 i comuni italiani che in questi mesi hanno sospeso la sperimentazione del 5G, in attesa di certezze sull’impatto di breve, medio e lungo periodo della nuova tecnologia. A questo proposito, Anci (Associazione nazionale comuni italiani) ha pubblicato una nota contenente tutte le informazioni e il quadro giuridico di riferimento a supporto degli enti locali nello svolgimento delle proprie competenze amministrative in tema di installazione di impianti radioelettrici di comunicazione.

“La tecnologia 5G andrà quindi ad utilizzare anche radiazione a frequenza maggiore rispetto a quella utilizzata dalle tecnologie precedenti. Questo desta alcune preoccupazioni nella popolazione”, si legge nella nota. “Va però sottolineato come i limiti associati alle frequenze maggiori (26 GHz) siano più alti poiché tali frequenze hanno una minore pericolosità. A questo proposito, è bene sottolineare che, come le altre tecnologie, anche il 5G sia sottoposto al rispetto di norme di riferimento molto precise e rigorose”.

Inoltre, prosegue la nota, “non esiste, come erroneamente riportato da più parti, una sperimentazione che coinvolga i piccoli Comuni. Esiste invece un elenco di 120 piccoli Comuni allegato alla già citata delibera dell’AgCom n. 231/18/Cons: in questi territori gli operatori saranno obbligati a offrire copertura in tecnologia 5G utilizzando le frequenze in banda 700 MHz, quindi non prima del 1° luglio 2022”.