Roma – C’è una rivolta interna a Siae che rischia di mandare a gambe all’aria i disegni di ripartizione della copia privata del ministro Dario Franceschini. Quattro mandatari di viale della Letteratura hanno infatti presentato un ricorso al Tar, domandando la sospensiva del decreto interministeriale che stabilisce le nuove percentuali relative al modo in cui viene ridistribuito il compenso.

In ballo ci sono 13,5 milioni di euro, destinati alle categorie svantaggiate nel mondo dello spettacolo, secondo il testo del decreto legge Cura Italia, che ha stabilito di avvalersi delle risorse derivanti dalla tassazione sulla vendita dei dispositivi e degli applicativi di archiviazione di memoria per andare a supportare la parte dell’ecosistema Siae più colpita dalla crisi generata dal Covid-19. Una scelta improntata alla solita logica per cui si sottraggono risorse da una parte per averle a disposizione dall’altra. Una parte di questo 10% doveva essere riservato ai cosiddetti mandatari, ossia agli agenti riscossori sul territorio. Ma nel decreto attuativo che dispone la ripartizione dei 13,5 milioni di euro, la parte riservata ai mandatari da 4 milioni previsti scende a 676mila euro, equivalenti al 5% del totale.

ome reazione alla nuova ripartizione, le rappresentanze sindacali dei mandatari (Nidil Cisl, Snaam Felsa Cisl, Uilpa Mandatari, Ugl Mandatari) hanno scritto una lettera al Ministro Franceschini, estesa per conoscenza alla Commissione Cultura della Camera e del Senato e alla stessa Siae. “Siamo altrettanto consapevoli che questa scelta è soprattutto figlia delle fortissime pressioni da ascrivere all’ex sottosegretario On. Gianluca Vacca, che già nella sua precedente attività di governo aveva dato ampia prova di non conoscere la materia e di brillare solo per non realizzabili promesse e surreali comunicati stampa. Basta infatti leggere gli interventi dell’On. Vacca in commissione cultura e i successivi comunicati. Ne avesse azzeccata una!?!?”, si legge nel testo, che attacca anche Lea, la collecting di Soundreef, e il suo presidente, l’avvocato Guido Scorza, che avrebbe “espresso compiacimento per aver accettato la raccomandazione del citato parlamentare. In effetti la società presieduta da Scorza ha 4/5 mandatari e raccoglie, sul territorio, lo 0,5 forse 0,6% di diritto d’autore e Lui è molto vicino al partito del citato parlamentare. Ci spiace che Lei abbia dovuto cedere al populismo di questi Parlamentari e dei loro amici avvocati”.

In chiusura della lettera i sindacati scrivono: “Le organizzazioni firmatarie, Sig. Ministro, si impegnano a non impugnare il provvedimento. Auspichiamo che i singoli mandatari, iscritti o non, abbiano il medesimo senso di responsabilità, soprattutto nei confronti delle altre categorie beneficiarie”. Che suona un po’ come l’annuncio del ricorso al Tar, puntualmente arrivato, in cui si chiede che “Il sostegno sia ripartito in parti uguali”. A presentarlo è l’avvocato romano Federico Bonoli, in rappresentanza di Stefano Battaglia, Giuseppe Coccorullo, Vincenzo Cascio e Angelo del Priore, che risiedono rispettivamente in provincia di Novara, Salerno, Palermo, Napoli. Non una protesta di uno specifico territorio dunque, ma una mossa che mette in scacco tutti.