Washington (Usa) – Si è tenuta ieri presso il Congresso degli Stati Uniti l’audizione alle Big tech, per la prima volta rappresentate dai rispettivi ceo: Jeff Bezos per Amazon, Mark Zuckerberg per Facebook, Tim Cook per Apple, e Sundar Pichai per Alphabet-Google. Durante un collegamento web, resosi necessario a causa del continuo propagarsi della pandemia, gli amministratori delegati dei quattro colossi hanno risposto per cinque ore alle accuse di pratiche commerciali anticompetitive mosse loro da parte dell’antitrust statunitense, e a una serie di domande incalzanti da parte dei membri dell’autorità.

Il presidente della Commissione, il Democratico David Cicilline, ha accusato le piattaforme di essere diventate “i guardiani dell’economia digitale”, e di utilizzare il loro potere per “ricattare le aziende più piccole e arricchirsi mentre soffocano la concorrenza”. I ceo hanno negato le accuse, e hanno anzi esaltato il ruolo delle proprie aziende nell’economia americana e globale.

Negli ultimi anni, le Big tech hanno effettivamente accumulato un enorme potere. L’antitrust non vieta alle società di ingrandirsi fino ad operare in regime di monopolio, tuttavia proibisce gli abusi di posizione dominante tali da danneggiare la concorrenza o i consumatori. Ma l’impianto di queste norme Usa è ancora troppo datato per essere applicato alle aziende di Internet e più in generale all’economia digitale.

 

In foto, da sinistra: Jeff Bezos (Amazon), Tim Cook (Apple), Sundar Pichai (Alphabet-Google) e Mark Zuckerberg (Facebook).