Washington (Usa) – “Huawei ci spia, non vogliamo la sua tecnologia”. Donald Trump ha così spiegato, in un’intervista con Fox, le motivazioni alla base dell’inasprimento delle sanzioni sul colosso cinese, ora estese a 38 delle sue filiali in 21 Paesi tra cui Cina, Brasile, Argentina, Francia, Germania, Singapore, Thailandia e Gran Bretagna.

Washington vuole evitare che Huawei e altri fornitori cinesi dominino il mercato delle nuove tecnologie e la rete 5G. L’ordine blocca l’acquisizione da parte di una qualsiasi delle società di qualsiasi software o tecnologia basata negli Stati Uniti utilizzata in prodotti o componenti.

Inoltre, i servizi di Google rischiano di non ricevere più aggiornamenti perché l’amministrazione Trump non ha concesso una nuova licenza temporanea, scaduta il 13 agosto, per consentire alle aziende americane di fornire servizi destinati ai prodotti di Huawei già in commercio prima del maggio 2019, e cioè prima dell’iscrizione della società cinese nella lista nera del commercio statunitense.