Washington (Usa) – Continua la guerra di Trump contro le cinesi TikTok e WeChat, e ora l’inizio del divieto ai download delle due applicazioni negli Usa è stato spostato al prossimo 27 settembre.

Sono diverse le ragioni che muovono questa diatriba. Primo fra tutti il fatto che, come ampiamente dichiarato da Donald Trump, entrambe le app siano in grado di raccogliere un’enorme quantità di dati degli utenti, dati che poi finirebbero nelle mani dei servizi di intelligence del Partito comunista cinese. Bisogna però tenere in considerazione che anche gli Stati Uniti possono attuare un simile comportamento: esiste infatti una legge che consente al Governo federale Usa di accedere a qualsiasi dato relativo ai soggetti sottoposti alla propria giurisdizione.

Altra questione da tenere in mente è quella dell’infrastruttura tecnologica che sta dietro ai servizi web. Sembra infatti che negli ultimi anni la Cina si sia impegnata a investire in questo ambito, come nel caso della rete 5G, operazione che risulta sgradita agli Usa, che invece detengono la leadership sulla parte più ‘visibile’ della rete (basti pensare a Google, Apple, Facebook, Microsoft e Amazon). Non stupisce, quindi, che la Cina tenti di sfidare gli Stati Uniti anche sul piano social: WeChat vs Whatsapp e TikTok vs Instagram.

D’altro canto, non si può ignorare che non si tratta della prima occasione in cui un governo ‘se la prende’ con delle infrastrutture tecnologiche: la stessa Cina, infatti, già da anni bandisce siti e applicazioni statunitensi e non solo.