Milano – Il mercato della casa intelligente ha archiviato il 2020 con un giro d’affari di 566 milioni, in lieve diminuzione sul 2019 a causa della pandemia. Una battuta d’arresto che sarebbe però solo temporanea. Infatti, secondo il ‘Rapporto smart home: Internet of Things nelle case italiane’ del Centro Studi Tim, da oggi al 2023 il mercato registrerà un +26% annuo, fino a superare il miliardo di fatturato nel Bel Paese. E a livello globale i numeri sono consistenti. Attualmente il comparto smart home vale nel mondo 68 miliardi, guidato da Stati Uniti e Cina, e si stima toccherà i 110 nel 2023, con un incremento anno su anno del 17%.

Giorgio Ventre, direttore del dipartimento di Ingegneria elettrica e tecnologie all’Università Federico II di Napoli, commenta: “Stiamo parlando di un settore con un potenziale enorme […]. La casa è storicamente un bene su cui gli italiani investono e quindi sulla smart home ci si può attendere un trend di rescita più veloce di altri ambiti tecnologici”. Inoltre, a causa delle nuove esigenze create dalla pandemia (smart working e dad in primis), spiega Ventre, ora “possiamo anche immaginare la casa come un nuovo punto di connessione con i servizi digitali fruibili a distanza”.