Roma – È stata decisa per il 15 giugno la data di riapertura delle sale cinematografiche italiane, così come le misure da attuare per il distanziamento sociale. Tommaso Quilleri, vice presidente nazionale di Anec, reputa le nuove norme troppo restrittive per i cinema. “Fermo restando che lasciamo libertà di scelta al singolo esercente, la linea politica dell’Anec è quella di non riaprire. I protocolli per la gestione del pubblico in sicurezza non sono ricevibili, lo abbiamo fatto presente al governo con una lettera che ne chiede la revisione”, spiega. Gli esercenti fanno notare alcune criticità del Decreto Rilancio: “La distanza interpersonale di un metro prescritta non tiene presente i gruppi sociali, sdoganati per i ristoranti: che senso avrebbe sedersi lontani per le famiglie con bambini o per le coppie di fidanzati? E ci impediscono di vendere pop-corn e bevande: se possiamo consumarli al tavolino di un bar, perché non in sala?”. Inoltre, spiegano che la sanificazione quotidiana o addirittura dopo ogni spettacolo sarebbe impraticabile e onerosa, e fanno presente che oltre alla riduzione dei posti del 30% e alle spese in crescita, si prospetta la possibilità che in assenza di profitto i distributori non vogliano fornire i film alle sale.