Roma – È stato presentato, nel corso di una conferenza stampa online, il rapporto ‘Quali impatti dell’emergenza Covid-19 sul settore della Distribuzione Italiana”, realizzato da The European House – Ambrosetti per Federdistribuzione. “Siamo di fronte a un’economia di guerra”, commenta Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House – Ambrosetti.

Dalla ricerca, infatti, emerge che a fine 2020 i ricavi totali della distribuzione, food e non food, diminuiranno tra il 20,5% e il 28,2%. In particolare, la Distribuzione non alimentare subirà un andamento dei ricavi molto negativo, compreso tra -36,7% a -49,4%, con tempi di recupero per le imprese stimati da un minimo di sei a un massimo di otto anni e mezzo, per ritornare su livelli pre-crisi.

Si stima che la riduzione dei ricavi avrà un impatto sulle casse dello Stato, in termini di Iva non riscossa, tra i 24,4 e i 32,9 miliardi di euro. Ma soprattutto avrà drammatiche conseguenze occupazionali, tanto che si prevede una contrazione pari a -8,5% del Pil, a meno che non vengano implementate radicali azioni di politica economica. Inoltre, la quasi totalità delle imprese ha registrato costi aggiuntivi per le misure anti-contagio, con un incremento delle spese di gestione che va dal 2% al 4%.

Con uno scenario di questo tipo, la sopravvivenza di alcune imprese del settore è a rischio: per il comparto non food si parla di una cifra compresa fra 81.700 e 92.070 aziende. “Se l’Italia vuole tornare a crescere deve, tra le altre cose, preoccuparsi di sostenere i consumi, che rappresentano il 60% del Pil”, afferma De Molli.