Washington (Usa) – Il muro sempre più spesso che separa il mondo occidentale dalla Cina rischia di costare alle imprese che operano nel settore della tecnologia – di entrambi i fronti – 3.500 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni, almeno a quanto afferma Apjit Walla, capo delle strategie globali tech di Deutsche Bank.

La barriera tecnologica che oggi divide Stati Uniti e Cina potrebbe quindi generare costi extra per 100 miliardi di dollari l’anno, visto l’obbligo per le società di operare con piattaforme Internet, sistemi operativi, di telecomunicazioni e di pagamento differenti. L’impatto potrebbe essere notevole anche sui consumatori, nel momento in cui la domanda smetterà di rivolgersi al mercato rivale: la stima è che la richiesta dalla Cina di prodotti tecnologici occidentali possa diminuire di 400 miliardi di dollari l’anno per cinque anni.

Ma il costo più consistente, secondo l’analisi Deutsche Bank, riguarda la ricreazione da zero della supply chain globale dei prodotti hi-tech che hanno la Cina come base manifatturiera, che potrebbe ammontare a circa 1.000 miliardi. E adesso, dopo l’inserimento di Huawei e Zte nella black list statunitense delle aziende sospette di potenziale spionaggio, potrebbe essere la volta di TikTok. Il popolare social network, di proprietà della startup cinese ByteDance, è a rischio di ban per ragioni di sicurezza nazionale, nella fattispecie per la raccolta di dati personali dei cittadini americani, potenzialmente esposti al controllo della rete da parte di Pechino.