Bruxelles (Belgio) – Il vertice Ue ha aperto la strada ad alcune forme di prelievo fiscale su scala europea, volte a contribuire a finanziare il programma di aiuti concordato, del valore di 750 miliardi in Europa.

Nel dettaglio, la prima a entrare in vigore, già dal prossimo gennaio, è la tassa europea sui rifiuti di plastica non riciclabile che varrà 80 centesimi per ogni chilo di materiale usato per la produzione di imballaggi, per un gettito stimato intorno ai 7 miliardi di euro l’anno.

Oltre alla tassa sulla plastica, gli Stati membri dell’Ue hanno richiesto alla Commissione di presentare una proposta, entro il primo semestre 2021, per una tassa digitale condivisa e quindi valida su scala europea e non più nazionale, come avviene attualmente.

Terza proposta al vaglio della Commissione, una rimodulazione del sistema di compravendita dei diritti di emissione delle aziende. Il sistema per cui un’impresa che emette meno Co2 di quanto avrebbe diritto può rivendere parte della sua quota sul mercato ad altre aziende. Secondo le prime stime, la riforma dei diritti di emissione dovrebbe garantire entrate aggiuntive nella casse della Commissione per circa 10 miliardi di euro l’anno. A questo potrebbe aggiungersi un inasprimento della carbon tax tra i 5 e i 14 miliardi l’anno.