Un’edizione ‘anomala’, ma fondamentale. Perché l’importante, quest’anno, è esserci. In scena nella capitale tedesca dal 3 al 5 settembre. Ifa 2020, che si sta svolgendo a Berlino proprio in queste ore, non è l’evento che siamo abituati a conoscere. Manifestazione numero uno al mondo per il comparto dell’elettronica di consumo, nel 2019 ha registrato la presenza di 2mila espositori, circa 245mila visitatori e 2.800 giornalisti da 160 Paesi. Oggi, con una trentina di espositori e qualche centinaio di visitatori, è quasi irriconoscibile.

E così deve essere. L’importante è che Ifa 2020, l’unica fiera del settore che ha avuto luogo nel post pandemia, c’è. E pur di realizzarla, Messe Berlin ha accettato il compromesso di un evento fatto di tante conferenze e zero strette di mano. Ma che rappresenta comunque un segnale forte per i player del comparto. La manifestazione ha potuto accogliere idealmente circa 1000 visitatori al giorno. Sarà forse colpa delle dimensioni colossali delle due sale conferenza che rappresentano il cuore dell’evento, ma sembrano decisamente meno. La parte espositiva è ridotta al minimo: circa 30 le aziende presenti, tra cui Huawei che, per l’occasione, ci ha tenuto a ribadire il ruolo centrale che il mercato europeo rivestirà per il brand negli anni a venire. Naturale conseguenza dell’espulsione dal mercato a Stelle e Strisce fino almeno la metà del prossimo anno. Brilla invece per assenza Samsung. Che in Italia, tuttavia, ha scelto di presentare le ultime novità di prodotto nel corso di un esclusivo evento milanese, lo scorso 2 settembre.

Resilienza, una parola desueta ma ‘rispolverata’ in diversi ambiti e settori nel corso degli ultimi mesi, sembra essere il leit motiv di Ifa 2020. E in questo caso a buon titolo. L’elettronica di consumo – e la tecnologia più in generale – ha rappresentato a ogni latitudine uno strumento indispensabile per superare i momenti più duri della pandemia. Telelavoro, videolezioni, videochiamate, e-commerce. Senza tecnologia tutto sarebbe stato più difficile, se non impossibile. Da qui lo slogan, molto azzeccato, scelto dagli organizzatori: Tech is back.

Come evidenziano i dati presentati in fiera da Gfk, nei primi sei mesi dell’anno il valore del mercato globale dell’elettronica di consumo, fatta esclusione per il Nord America e in Sud Africa, ha registrato un calo delle vendite del 5,8%, a 306 miliardi di euro. Un calo relativamente contenuto, se paragonato ad altri comparti. E la ragione è presto spiegata: fin dall’inizio dell’emergenza, i consumatori hanno dovuto attrezzarsi per rendere le proprie abitazioni più ‘smart’. A livello globale, il settore IT e Office è cresciuto, a valore, del +15% a marzo e del +15% ad aprile. Con una fase di ‘panico’ degli acquisti registrata tra il 9 marzo e il 5 aprile che ha portato le vendite a unità a crescere del +297% per le webcam, del +120% per i monitor e del +62% per Pc portatili e tablet in Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna. Nel mondo, nei primi sei mesi del 2020 il comparto IT è cresciuto complessivamente del +17,2% a valore, il comparto Office del +12,1%. Lo stesso vale anche per altri ambiti della ‘vita casalinga’, a cominciare dalla cucina: i consumatori hanno fatto scorta di surgelati, determinando un boom nella vendita di frigoriferi (tra il 2 e il 22 marzo le unità vendute hanno segnato +317% in Gran Bretagna e +185% in Germania) e di apparecchi per la preparazione del cibo (+28% in Germania tra il 23 marzo e il 26 aprile). Un trend che non si è esaurito con il lockdown: il settore del piccolo elettrodomestico è cresciuto del +8,6% a livello internazionale. Il grande elettrodomestico ha registrato invece una flessione del -8,6%, nonostante le performance positive di alcuni prodotti, come i forni a microonde (+36,8%). E cosa dire poi del mondo dell’entertainment, con le chiavette per lo streaming che hanno registrato incrementi in tutti i Paesi. O il settore del gaming, che ha visto le vendite di Pc portatili a +55% e quelle di monitor con caratteristiche gaming a +62% nel semestre. Crollate durante il lockdown, per tornare a crescere con un effetto ‘revenge shopping’ nella fase successiva, le vendite di apparecchi TV.