Roma – Manca sempre meno all’inizio del passaggio al digitale di seconda generazione. Un processo che si completerà il 30 giugno 2022 e che permetterà di liberare alcune frequenze, ora destinate alla tv, per consentire lo sviluppo della rete 5G. Intervistato dal Corriere della Sera, Alberto Sigismondi, consigliere delegato di Tivù (join venture tra Rai, Mediaset e Telecom Italia), fa il punto della situazione. “Agli utenti questo cambiamento porterà un concreto miglioramento della qualità visiva e sonora”, spiega Sigismondi. “Ma in Italia c’è ancora un’alta percentuale di televisori che non sono in grado di supportare un livello tecnologico così alto. Su un totale di 40 milioni di apparecchi, stando alle rilevazioni fatte dall’Auditel per le prime case, nove milioni non supportano ancora l’HD”.

A livello di tempistiche, lo spegnimento della codifica Mpeg2 a favore della Mpeg4 è fissato a livello nazionale per il 1° settembre 2021. Sigismondi spiega però che alcuni editori di Tivusat (piattaforma di proprietà di Tivù) hanno deciso di anticipare i tempi, fissando già a gennaio 2021 lo spegnimento della versione SD di canali come Cielo, La8, Nove, Dmax, Real Time, k2, Frisbee, e Tv2000, per poi estendere il processo anche ai canali Mediaset e Rai da settembre.

Riguardo al futuro, secondo Sigismondi la tv sarà sempre più multipiattaforma, in favore di una sempre maggiore fruizione dei contenuti via Ip. “Le tempistiche non sono chiare, ma è verosimile che tra quattro o cinque anni cominci il passaggio verso uno scenario multipiattaforma”, con una continua crescita dello streaming e della possibilità per l’utente di intervenire sui contenuti, stoppando il programma e riprendendolo in seguito.