Washington (Usa) – Se gli Usa sospettavano intromissioni del governo cinese nel social TikTok, una notizia pubblicata dal Financial Times sembra ora darne una possibile prova. Secondo “fonti vicine all’azienda”, a capo del global content policy team, ovvero coloro che decidono quali contenuti sono ammessi sulla piattaforma, c’era infatti un ex funzionario del governo cinese. Cai Zheng (questo il nome dell’uomo), prima funzionario all’ambasciata cinese a Teheran, viene descritto dalle fonti del Financial Times come “ben lontano dall’essere un ideologo del partito”, tuttavia, la sua formazione potrebbe avere influito, insieme a quella del suo team di analisti in gran parte cinesi, nella scelta dei video da tenere fuori da TikTok.

Sono numerosi i contenuti politicamente sensibili che la piattaforma è accusata di avere oscurato negli anni. Il governo degli Stati Uniti aveva infatti aperto un’inchiesta per verificare possibili interferenze del governo cinese nella policy di TikTok, ma l’azienda aveva espressamente negato con una nota ufficiale in cui dichiarava: “il governo cinese non ci ha mai chiesto di rimuovere alcun contenuto, e non lo faremmo se ci fosse richiesto”.