Hangzhou (Cina) – Continua il conflitto tra Jack Ma e le autorità cinesi. E a farne le spese sono le azioni di Alibaba, che hanno subito un crollo del 7,98% alla Borsa di Hong Kong. Il patron di Alibaba sta infatti subendo un giro di vite dalla People’s Bank of China riguardo l’operato della sua società finanziaria Ant Group.

Valutata 35 miliardi di dollari per la quotazione, Ant sarebbe stata la più grande società fintech al mondo a entrare sul mercato dei capitali. Ma è stata costretta a cancellare la sua offerta pubblica iniziale quando a inizio novembre Jack Ma e Simon Hu, numero uno e due di Ant, sono stati chiamati a rapporto dalla banca centrale cinese e dalle maggiori autorità finanziarie del Dragone. Con l’accusa che la società sia a tutti gli effetti una banca e che applichi concorrenza sleale rispetto agli altri operatori. Da qui l’introduzione di alcune norme specifiche da parte dei funzionari cinesi: tra queste, il blocco dei prestiti online tra province senza autorizzazione del governo, un importo massimo di 300.000 yuan (circa 45mila dollari) per i finanziamenti in rete e una soglia minima di capitale sociale per tutte le società finanziarie di prestiti via web.

Inoltre, la State Administration for Market Regulation (l’antitrust cinese) ha recentemente avviato un’indagine su Alibaba, con l’accusa di aver stipulato contratti in esclusiva che vieterebbero ai commercianti di vendere su altre piattaforme di e-commerce. Un vero e proprio giro di vite da parte di Pechino, che secondo Jack Ma sarebbe dovuto al timore da parte delle autorità cinesi che Ant possa diventare troppo potente a livello finanziario.