Londra (Uk) – Dalla scorsa mezzanotte, tutto il territorio di Inghilterra e Scozia è entrato nel terzo periodo di lockdown. Il che significa che le persone possono uscire di casa solo per esigenze mediche, per la spesa, per fare attività fisica e per lavoro. Chiuse scuole e università, insieme a tutte quelle attività commerciali considerate ‘non essenziali’, tra cui i negozi di giocattoli e i retailer di elettronica di consumo, che però potranno restare operativi aderendo alla formula del click & collect.

Queste ultime restrizioni rappresentano un duro colpo per gli imprenditori, sempre più preoccupati per il futuro delle proprie attività. Altus Group, società specializzata in consulenze immobiliari, ritiene che in Inghilterra oltre 550mila attività potrebbero chiudere in seguito a queste misure, tra cui più di 400mila ‘negozi non essenziali’, quasi 65mila pub e ristoranti, 20mila strutture per la cura della persona e 7mila palestre e centri ricreativi. Il governo ha annunciato che le imprese operanti nei settori della vendita al dettaglio, dell’ospitalità e del tempo libero riceveranno delle sovvenzioni una tantum, del valore fino a 9mila sterline ciascuna, come parte di un pacchetto di sostegno di 4 miliardi di sterline.