Bruxelles (Belgio) – La Commissione europea ha stabilito che Valve e cinque publisher avrebbero violato le norme antitrust dell’Ue, e li ha multati per un totale di 7,8 milioni di euro. I cinque editori colpiti sono Bandai Namco, Capcom, Focus Home Interactive, Koch Media e ZeniMax, che, insieme alla società madre di Steam, Valve, sono stati accusati di pratiche di geo-blocking tra il 2010 e il 2015, relative a circa 100 titoli di gioco.
La Commissione europea ha affermato che i sei player coinvolti avrebbero “limitato le vendite transfrontaliere di alcuni videogiochi per Pc sulla base della posizione geografica degli utenti all’interno dello Spazio economico europeo, utilizzando le cosiddette pratiche di geo-blocking”. Valve avrebbe fornito ai publisher chiavi di attivazione di Steam limitate a particolari regioni all’interno dello Spazio economico europeo. Queste chiavi di accesso non potevano essere attivate al di fuori di Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Estonia, Lettonia e Lituania. Questa pratica si pone in violazione al mercato unico Ue, come ha rimarcato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Margrethe Vestager che ha notato, quando l’indagine è emersa nel 2019, che “i consumatori europei dovrebbero avere il diritto di acquistare e giocare ai videogiochi di loro scelta indipendentemente da dove vivono nell’unione europea”.
Valve non ha collaborato con la Commissione, ed è stata multata per oltre 1,6 milioni di euro. Gli altri publisher hanno tutti avuto le loro sanzioni ridotte tra il 10% e il 15%, in virtù della loro disponibilità e cooperazione alle indagini. Focus Home Interactive è stato il publisher più colpito in termini di entità della sanzione pecuniaria, con una multa di 2,8 milioni di euro, mentre ZeniMax è stato sanzionato con 1,6 milioni di euro, Koch Media con 977mila, Capcom con 396mila e Bandai Namco con 340mila euro.
La Vestager ha così commentato il provvedimento: “Le sanzioni di oggi contro le pratiche di geo-blocking di Valve e di cinque editori di videogiochi servono a ricordare che, secondo il diritto della concorrenza dell’Ue, alle aziende è vietato limitare contrattualmente le vendite transfrontaliere. Tali pratiche privano i consumatori europei dei benefici del mercato unico digitale”.