Washington (Usa) – Dopo dieci anni di azioni legali, si conclude la battaglia che vedeva Oracle contro Google, per un’accusa di violazione di copyright per cui chiedeva un risarcimento record da 9 miliardi di dollari. E la vittoria è andata a Mountain View, per sei voti a due. La Corte Suprema americana ha dichiarato, infatti, che Big G non ha violato la legge sul copyright durante lo sviluppo del suo sistema operativo Android sfruttando un codice di Oracle. “Assumiamo, per amor di discussione, che il materiale fosse sotto copyright”, scrive il giudice Stephen G. Breyer, “ma riteniamo che la copia in questione costituisse comunque un uso corretto. Quindi, la copia di Google non ha violato la legge sul copyright”.

Per oltre dieci anni Oracle ha accusato Google di aver infranto il copyright nella creazione di Android utilizzando 11mila linee di codice di Java, acquisita da Oracle nel 2010. Secondo Google, invece, quel codice era utilizzabile perché protetto dalla dottrina del ‘fair use’, ovvero una disposizione legislativa dell’ordinamento americano che permette l’utilizzo di materiale protetto da copyright per alcuni scopi, come l’informazione, senza bisogno di chiedere l’autorizzazione.