Milano – Sempre più professionali, produttivi, internazionali e soprattutto numerosi. È questo il ritratto dei game developer italiani, che da anni combattono una silenziosa battaglia per ritagliarsi il posto che spetta loro all’interno del tessuto economico del nostro paese. A dipingerlo è IIdea, l’associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, nel suo quinto censimento del settore, realizzato grazie a una partnership con la società di ricerca Idg Consulting.

Le imprese italiane occupate nell’ambito dello sviluppo di videogame mostrano segnali di maturità, con il 73% degli studi di sviluppo che oramai operano sul mercato da oltre 4 anni. Cresce il numero delle imprese con oltre 500 mila euro di fatturato annuo e con oltre 20 dipendenti. L’industria nazionale è votata al mercato internazionale: gli studi di sviluppo italiani che operano nel mercato B2C generano il 94% del loro fatturato sui mercati esteri. Lo sbocco principale della distribuzione è l’Europa (60%), seguita dal Nord America (25%).

Cresce anche il supporto finanziario di publisher e il ricorso a finanziamenti pubblici e bancari: la grande maggioranza delle imprese fa ancora ricorso al capitale proprio per finanziare la propria attività (il 93% contro l’88% del 2018). In aumento rispetto alla precedente rilevazione il supporto finanziario dei publisher (il 28% contro il 21% del 2018), e il ricorso ai finanziamenti pubblici (il 24% contro il 6% del 2018) e agli istituti bancari (il 18% contro 6% del 2018).

Il censimento è disponibile per il download su iideassociation.com.