Londra (Uk) – La Polonia e l’Ungheria non sosterranno un piano per introdurre una tassa minima globale del 15% sulle società. La decisione è stata presa dai ministri delle finanze polacco e ungherese, e si scontra col concordato dei loro colleghi del G7, a Londra, lo scorso fine settimana. Già contestata dall’Irlanda, questa tassa è criticata fortemente da quei paesi con una tassazione più favorevole per le aziende straniere. “Non dovrebbe essere il G7 a decidere quale aliquota fiscale dobbiamo adottare nel nostro Paese”, dichiara, al Financial Times, Tadeusz Koscinski, ministro delle finanze polacco. “Qualsiasi accordo globale dovrebbe distinguere tra la partecipazione agli utili e le attività di impresa svolte nel Paese. Non è accettabile una tassa minima sugli utili che le società (anche straniere) realizzano in Polonia”. Le proposte degli Stati Uniti, che hanno portato all’intesa del G7, non hanno poi tenuto conto di molte esenzioni di cui i paesi fanno richiesta, allargando il campo di applicazione dell’aliquota minima. I negoziati all’Ocse, che dovrebbero portare all’applicazione della tassa minima globale, dovranno sciogliere anche questo nodo.