Pechino (Cina)- I videogiochi? “Oppio dello spirito, droghe elettroniche. Nessuno può essere autorizzato a svilupparsi in modo tale da distruggere una generazione”. Queste le parole dell’Economic Information Daily, giornale cinese affiliato all’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. Affermazioni forti, che fanno tremare il titolo di Tencent: il colosso dell’hi-tech e dei videogame, è infatti precipitato in Borsa a Hong Kong perdendo il 10,57%. Seguito a ruota da altre aziende del settore. L’articolo citava infatti ripetutamente il gioco di punta di Tencent, Honor of Kings, come uno dei titoli su cui gli studenti passerebbero più tempo. A poco è servito cancellare e rielaborare l’articolo, così come le dichiarazioni di una fonte al South China Morning Post, che afferma: “L’attacco contro il settore non rappresenta la posizione ufficiale di Pechino”. In risposta agli attacchi Tencent – regina incontrastata del mercato del gaming cinese con 6 miliardi di dollari annui – ha annunciato misure di autoregolamentazione, con la riduzione del tempo di gioco possibile per i minori di 18 anni da 90 a 60 minuti per i giorni lavorativi e da tre ore a due ore per quelli festivi. Continuano così gli attacchi di governo e stampa cinese verso le grandi aziende del digitale. Tuttavia, le critiche del Dragone verso il mondo del gaming non sono nuove: già nel 2019 la Cina introdusse infatti il divieto di gioco online ai minori di 18 anni tra le 22 e le 8 del mattino.