Roma – Dopo i tentativi dei mesi scorsi per ottenere delle deroghe, il governo Draghi si allinea alle limitazioni imposte dall’Europa sulle plastiche monouso (la cosiddetta direttiva Sup, entrata in vigore lo scorso 3 luglio), ma lo fa presentando due eccezioni. In primo luogo, sulla plastica biodegradabile e compostabile, campo in cui l’Italia possiede un’industria di pregio. Verranno infatti esclusi dal bando i prodotti realizzati secondo gli standard europei con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40%, e dal 1° gennaio 2024 almeno sopra il 60%, per le situazioni che rendono difficile ricorrere ad alternative riutilizzabili (ad esempio all’interno di mense, ospedali e residenze socio-assistenziali). In secondo luogo, la normativa non si applicherà ai rivestimenti in plastica inferiori al 10% del totale, che l’Ue includeva invece tra le tipologie da eliminare. Per accelerare la transizione sono previste misure di sostegno e sanzioni inasprite per gli inadempienti. Lo stop, tuttavia, non sarà immediato: infatti, sarà possibile smaltire scorte e giacenze dei prodotti in plastica monouso a condizione che ne venga dimostrata la data di produzione e acquisto prima dell’entrata in vigore del decreto. A prendere in carico la stipula di accordi e contratti con i soggetti del comparto saranno i ministeri della Transizione ecologica e dello Sviluppo economico, unitamente a Regioni e province autonome.