Washington (Usa) – 110 paesi hanno già in esame progetti di emissione di Central Bank Digital Currencies (Cbdc). Una risposta di stato per arginare la crescita delle criptovalute (in particolare delle stable coins), che potrebbero mettere a rischio la supremazia valutaria delle banche centrali e l’efficacia delle politiche monetarie. E secondo il The Japan Times, il G7 di Washington dovrebbe approvare 13 principi guida per armonizzare i requisiti di sicurezza, trasparenza e privacy delle varie Cbdc. Queste dovranno competere (o sostituire) le criptovalute tradizionali come il bitcoin, e le sperimentazioni sono portate avanti dalla Bank of International Settlements (Bis), cui aderiscono le principali banche centrali, per sviluppare un prototipo di valute digitali di stato. Le accelerazioni sono dovute anche al rischio che lo sviluppo delle criptovalute si incroci con le strategie in campo finanziario delle big tech. “Google, Amazon, Apple e Facebook stanno guardando a nuove possibilità per offrire soluzioni di pagamento ai propri utenti”, ha dichiarato Fabio Panetta, consigliere della Bce, in un discorso alla Bank of England. “La confluenza di queste dinamiche potrebbe portare le stable coins ad espandersi a livello globale, e i rischi portati da simili cambiamenti strutturali possono essere bruschi e potenzialmente distruttivi”.