Milano – Carrefour Italia ha formalizzato la procedura di licenziamento collettivo ai sindacati, relativa a 769 lavoratori. Nove le regioni coinvolte: Valle D’Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna. Sono 261 gli esuberi in 27 ipermercati, 313 in 67 market, 168 in 10 cash & carry e 168 posti di lavoro nelle sedi amministrative di Milano, Nichelino (TO), Roma, Airola (BN), Gruliasco (TO), Napoli, Rivalta e Moncalieri (TO).

“I motivi alla base della situazione di eccedenza sono da individuarsi nella grave situazione economico gestionale”, spiega una nota dell’azienda. “Il complessivo calo del fatturato e dei clienti da un lato, e l’incidenza del costo del lavoro dall’altro, hanno determinato una situazione di grave squilibrio che ormai non è più sostenibile e costringe la società ad un intervento strutturale volto a riequilibrare il rapporto tra personale e fatturato. Il piano di esodi incentivati presentato ai sindacati sarà gestito su base esclusivamente volontaria”.

Ma i rappresentanti dei lavoratori non ci stanno: “La Fisascat Cisl ritiene non percorribile la strada di un confronto finalizzato unicamente a consentire licenziamenti e cessioni di negozi a terzi”, commenta il segretario generale aggiunto della federazione Vincenzo Dell’Orefice, che aggiunge: “Carrefour Italia dovrebbe integrare il proprio piano d’azione con delle parti relative alla prospettiva futura della rete a gestione diretta in Italia”. Dell’Orefice sollecita la catena a intervenire con “un focus sull’ipermercato, format che nell’ambito dell’organizzazione aziendale della multinazionale francese in Italia riveste un ruolo significativo, anche in termini di occupati, e che, pertanto, va necessariamente rilanciato”.