Bruxelles (Belgio) –  L’Ue starebbe approntando un piano per il riconoscimento facciale, un sistema trasversale di condivisione dei dati a livello continentale. Il piano è contenuto all’interno di Prüm II, un’evoluzione del trattato di Prüm, ma di cosa si tratta? Ratificato nella città tedesca di Prüm nel 2005, il trattato ha lo scopo di far adottare alle forze dell’ordine dei vari Paesi dell’Unione europea modalità coordinate in materia di indagini giudiziarie e prevenzione dei reati. E per agevolare la cooperazione tra le varie polizie degli stati membri si sta pensando ad aggiungere un importante elemento. Ovvero il libero scambio di informazioni che riguardano le immagini dei volti dei cittadini. In sostanza, un sistema automatizzato Ue di intelligenza artificiale. L’obiettivo di Prüm 2 sarà quello di garantire che i dati più pertinenti (ossia le immagini del volto e gli estratti del casellario giudiziale) delle banche dati nazionali di altri Stati membri siano messi a disposizione di tutte le autorità di contrasto competenti dell’Ue. L’EDPS (European Data Protection Supervisor) fa notare alcuni punti poco chiari della proposta: non si capisce, anzitutto, quali sarebbero le tipologie di reato per le quali si renderebbe necessario lo scambio dei dati antropometrici tra i Paesi.  E il rischio sottinteso potrebbe essere quello di creare la più estesa infrastruttura di sorveglianza biometrica mai vista nel mondo.