Roma – L’aumento dei costi dell’energia e l’inflazione, di cui ormai si parla da mesi, avranno effetti negativi sulle spese e sui risparmi dei consumatori. Le stime dell’ufficio economico Confesercenti parlano chiaro: nella seconda metà dell’anno il potere d’acquisto sarà calato di 12,1 miliardi di euro, e le famiglie avranno 470 euro in meno da spendere. Le cause sono molteplici. L’inflazione media arriverà al 9,1% nei prossimi tre mesi. A ciò si deve aggiungere un calo occupazionale di 110mila unità ad agosto rispetto alla primavera, e per far fronte alle difficoltà le famiglie hanno già iniziato a dare fondo ai propri risparmi. Inoltre, l’aumento dei tassi di interesse impedisce di avere credito. Tutto questo rende impossibile un qualsiasi aumento nei redditi disponibili, che si traduce direttamente in una crescente limitazione nella possibilità di fare acquisti. Anche se gli italiani continuassero, come stanno facendo, a ricorrere ai risparmi accumulati, le cifre di questi (8,9 miliardi di euro al massimo) non basterebbero comunque a coprire il calo, e da ciò deriverà una perdita dei consumi stimabile come superiore ai 3 miliardi di euro per il solo periodo ottobre-dicembre 2022. Il suggerimento di Confesercenti: aumentare i sostegni a imprese e famiglie, approfittando delle entrate dovute all’Iva, per preservare il potere d’acquisto e contenere l’aumento dei costi fissi.