Roma – Il rapporto di ItMedia Consulting, società di ricerca e consulenza fondata da Augusto Preta, ripreso da Italia Oggi, mostra le tendenze dell’industria Televisiva. Il fatturato totale è stabile sopra gli otto miliardi di euro (8,133 miliardi), con un leggero calo dell’1,1% nell’ultimo anno. La Tv a pagamento attrae le maggiori risorse: 3,5 miliardi di euro. La pubblicità si attesta su 2,8 miliardi, e il canone su 1,8 miliardi.

La raccolta è calata del 7%, tenendo presente che l’anno scorso la ripresa del Covid e gli eventi sportivi avevano fatto registrare un +14%. Riguardo alla Tv a pagamento, i prezzi sono aumentati, e gli abbonati sono cresciuti soltanto del 10% (rispetto al +25-30% degli anni precedenti), ma i ricavi hanno visto un +4,4% (rispetto al +1,5% del 2021). Il canone cala dell’1,2%.

Lo streaming on demand è la prima modalità per fruire contenuti televisivi per più del 40% delle famiglie italiane (ovvero 11,6 milioni di famiglie). “La componente streaming sta subendo una variazione: anni fa l’arpu (ricavo medio per utente, ndr) di questi soggetti era inferiore di 4-5 volte quello della pay Tv tradizionale; adesso la distanza si è ridotta, siamo nell’ordine di 2-3 volte meno”, commenta Preta. “Se si conta, poi, che c’è lo sviluppo di modelli ibridi, si comprende che l’intero settore continuerà a essere impattato dal cambiamento dei modelli di business. D’altronde la componente altri operatori è passata nel mercato dal 10% al 27% in appena quattro anni (2018-2022) ed è stata la componente streaming, quasi inesistente quattro anni fa, a determinarne le dinamiche”.