Roma – I giganti del web come Google e Facebook dovranno pagare gli editori per i ricavi sulle pubblicità associate ai contenuti (articoli, video, inchieste…) che vengono diffusi sulle piattaforme. La direttiva Ue del 2019 sul diritto d’autore finalmente sarà messa in atto anche in Italia: l’AgCom (autorità per le comunicazioni) dà il via libera al regolamento che applicherà le norme.

Gli editori e le piattaforme digitali inizieranno trattative sull’equo compenso. Se, dopo un mese, non si arriverà ad un accordo, le parti potranno chiamare in causa l’AgCom, che entro 60 giorni stabilirà la cifra economica dovuta. L’editore potrà incassare fino al 70% delle entrate pubblicitarie realizzate grazie ai suoi contenuti. Gli editori emergenti prenderanno di meno. Sarà l’AgCom a misurare la corretta percentuale, sulla base di criteri oggettivi: le visualizzazioni della testata, l’audience online, il numero di giornalisti dipendenti, gli investimenti in tecnologia e infrastrutture, il rispetto degli standard internazionali, gli anni di presenza sul mercato e, per finire, la capacità di contrastare le bufale.

Contro il regolamento ha votato solo Elisa Giomi, commissaria AgCom, che, come riporta Repubblica, lo ritiene iniquo per le piattaforme, “gravate di una tassa arbitraria”, e inadeguato a tutelare gli editori: se le piattaforme pubblicassero i contenuti giornalistici senza pubblicità “i guadagni degli editori si azzererebbero”.

Google ricorda che l’azienda ha già “firmato accordi di licenza con oltre mille pubblicazioni in 11 Pesi europei”, e pertanto sembra disposta alle trattative. Facebook, invece, aspetta di vedere il testo definitivo per esprimersi.