Trieste – L’intelligenza artificiale preoccupa gli adulti: il 45% della generazione X pensa che l’intelligenza artificiale cancellerà molte forme di lavoro, e il 41% dei baby boomer crede che renderà gli uomini sempre più dipendenti dalle macchine. I giovani sono più ottimisti: il 48% della generazione Z pensa che sarà al servizio degli esseri umani per svolgere compiti faticosi. Questo il sentiment che emerge dall’indagine Swg, riportata sulle pagine di Italian Tech. Tra febbraio e marzo sono stati intervistati uomini e donne tra i 18 e i 75 anni, che hanno espresso speranze e timori riguardo ai futuri sviluppi di questa tecnologia.

La maggior parte degli intervistati crede che l’IA non potrà mai eguagliare la creatività dell’uomo (51%), anche se la percentuale di chi crede che lo farà si alza leggermente tra coloro che hanno provato ChatGpt (34% contro il 29% di chi non l’ha provata). Chi ha avuto l’occasione di provare il chatbot di OpenAi, comunque, ha manifestato soprattutto sentimenti positivi, come curiosità e interesse.

Guardando sul lungo termine, in molti pensano che miglioreranno, grazie all’intelligenza artificiale, la qualità della vita e del lavoro, anche se gli individui diverranno più superficiali e, soprattutto, la ricchezza si concentrerà nelle mani di sempre meno persone. Per parlare ancora di lavoro, il 66% degli intervistati ritiene che l’IA sarà più brava rispetto alle persone nel trovare percorsi più rapidi, il 37% che sarà più abile a giocare in borsa, e una percentuale cospicua (anche se non la maggioranza) pensa che potrà aiutare a consigliare forme di intrattenimento, arbitrare partite di calcio e diagnosticare malattie. Gli umani rimangono imbattibili, invece, secondo gli intervistati, nell’accudire bambini (79%), far ridere o divertire (78%), cucinare (77%) e badare agli anziani (75%).