New York (Usa) – AI, come si stanno muovendo multinazionali e Big Tech? Qualche settimana abbiamo scritto che Walmart stava lavorando alla sostituzione di una serie di buyer destinati a clienti meno importanti con un software di AI. Ora l’azienda leader della GD annuncia di aver introdotto un “parco” di attività di AI generativa per i priori dipendenti. Si tratta di Generative AI Playground, una piattaforma che l’azienda descrive come uno “strumento GenAI interno in fase iniziale in cui i dipendenti possono esplorare e conoscere questa nuova tecnologia, mantenendo la nostra azienda e i suoi dati al sicuro”. La notizia viene da un’intervista rilasciata da Desiree Gosby, vicepresidente della tecnologia emergente di Walmart Global Tech, il quale ha dichiarato a “Venture Beat” che il retailer si sta basando sul GPT-4 di OpenAI, tra gli altri modelli, e che l’AI generativa rappresenta “un cambiamento importante come quello dei cellulari”. Gli osservatori si sono già appuntati la data dell’11/12 luglio, allorché Walmart parteciperà a San Francisco a VB Transform 2023, un evento di networking per decisori tecnici, incentrato sull’AI generativa in azienda.

L’annuncio, fatto la scorsa settimana in un post su LinkedIn da Cheryl Ainoa, evp of new businesses and emerging technology di Walmart Global Tech, dice che “ci saranno vari modelli GenAI disponibili per essere provati tutti in un unico posto… permettendo ai nostri dipendenti di vedere la differenza nel modo in cui ogni modello reagisce alle stesse richieste”.

La schermata che dà il benvenuto agli iscritti del Generative AI Playground di Walmart dice che i dipendenti “imparano meglio da tentativi ed errori” e che lo strumento è un “modo sicuro per provare come GenAI può essere utilizzato senza rischio di perdita o esposizione dei dati” e un luogo in cui gli associati possono utilizzare “suggerimenti più realistici per la loro funzione lavorativa”.

L’azienda ha inoltre sottolineato che lo strumento è solo a scopo di sperimentazione e di lavoro; che i suoi risultati non sono stati validati come accurati e dovrebbero esserlo prima di essere condivisi internamente o utilizzati per aiutare a prendere decisioni aziendali. Si tratta dunque a tutti gli effetti di uno strumento di apprendimento per i dipendenti della company.

In questi stessi giorni “The Verge” ha riportato che Meta ha costruito un chatbot AI interno chiamato Metamate, che utilizza i dati interni dell’azienda. Il chatbot consente ai dipendenti di creare i propri suggerimenti e di condividerli con i colleghi. Secondo il rapporto, Meta sta “iniziando a distribuirlo internamente a un piccolo gruppo” per sperimentare la sintesi delle riunioni, la scrittura del codice e il debug delle funzioni.

La notizia di Meta arriva a seguito di una riunione interna di tutti i dipendenti tenutasi la scorsa settimana, durante la quale l’amministratore delegato Mark Zuckerberg ha dichiarato che Meta sta inserendo l’intelligenza artificiale generativa in tutti i suoi prodotti, compresi gli agenti AI alimentati da LLaMA con personalità e abilità uniche che aiutano e intrattengono le persone. Inoltre, ha evidenziato un Agents Playground, un’interfaccia sperimentale solo interna alimentata da LLaMA in cui gli utenti “possono conversare con gli agenti AI e fornire feedback per aiutarci a migliorare i nostri sistemi”.

Il mese scorso, Meta ha annunciato un “campo di prova” dell’intelligenza artificiale per un piccolo gruppo di inserzionisti, che potranno sperimentare nuovi strumenti generativi di annunci alimentati dall’AI, tra cui la variazione del testo, la generazione dello sfondo e l’affioramento delle immagini.

Già da qualche settimana infine il responsabile dei dati e dell’intelligenza artificiale di LinkedIn, Ya Xu, ha parlato del Generative AI Playground, una sandbox (ossia un ambiente di prova) interna per gli sviluppatori. Lo strumento consente agli ingegneri di esplorare i dati di LinkedIn con modelli avanzati di IA generativa provenienti da OpenAI e da altre fonti. L’azienda ha anche riunito gli ingegneri per il più grande Hackathon (un evento di esperti) interno di LinkedIn, con migliaia di partecipanti.

Xu ha dichiarato che il suo team ha privilegiato fin dall’inizio una filosofia ingegneristica “radicata nell’esplorazione piuttosto che nella realizzazione di un prodotto finale maturo”. La maturazione delle giuste funzionalità ed esperienze sarebbe avvenuta nel tempo, ha spiegato, ma l’esplorazione è stata incoraggiata mettendo la tecnologia dell’intelligenza artificiale generativa nelle mani di ogni ingegnere e product manager interessato.

A fronte di questi tre esempi ci sono aziende che hanno vietato l’uso di strumenti pubblici di AI generativa come ChatGPT, tra cui Goldman Sachs, Amazon e Verizon. McKinsey and Company – dove l’AI generativa è già utilizzata da circa la metà della forza lavoro – in questi giorni ha cercato di quantificare la tendenza in un nuovo rapporto, “The economic potential of generative AI”.

Il report rileva che la GenAI potrebbe aggiungere “da 2,6 a 4,4 trilioni di dollari all’anno” all’economia globale, quasi l’equivalente economico dell’aggiunta di un intero nuovo Paese delle dimensioni e della produttività del Regno Unito (3,1 trilioni di dollari di PIL nel 2021).

Per costruire il rapporto, gli analisti di McKinsey hanno esaminato 850 occupazioni e 2.100 attività lavorative dettagliate in 47 Paesi, che rappresentano oltre l’80% della forza lavoro globale.

La cifra segna un enorme aumento rispetto alle precedenti stime di McKinsey sull’impatto dell’IA sull’economia del 2017, con un aumento dal 15 al 40% rispetto al passato. Questa revisione al rialzo è dovuta all’adozione incredibilmente rapida e ai potenziali casi d’uso degli strumenti GenAI da parte di grandi e piccole imprese.

McKinsey rileva che “l’attuale IA generativa e altre tecnologie hanno il potenziale per automatizzare le attività lavorative che oggi assorbono il 60-70% del tempo dei dipendenti”, con un’aggiunta di “0,2-3,3 punti percentuali all’anno alla crescita della produttività” dell’intera economia globale.