Roma (Italia) – Anica ha rilasciato un documento di 5 punti in cui analizza le azioni necessarie per rafforzare e razionalizzare la filiera cinematografica e audiovisiva in Italia

1) Il Ministero della Cultura è titolare del Patrimonio Culturale, di altre competenze, e di un importante settore produttivo: Cinema e Audiovisivo. La struttura tecnico-amministrativa preposta è assolutamente insufficiente – addirittura ridimensionata nell’ultimo anno – per far fronte all’enorme mole di adempimenti stabiliti da norme, decreti, regolamenti. In particolare, sono pressoché inesistenti i controlli a consuntivo.

2) Il Ministero della Cultura ha una responsabilità storica: di far crescere creatività, produzione, occupazione, nuovi talenti in questa filiera integrata, parte di una gigantesca crescita a livello mondiale delle produzioni, della fruizione dei prodotti, degli investimenti, della creazione di posti di lavoro. Per l’Italia, i numeri sono estremamente positivi: ogni euro investito ha un moltiplicatore economico di 3,5; l’occupazione è in crescita costante; i benefici per l’attrazione turistica (e per il prestigio della Nazione) sono evidenti anche ai non addetti ai lavori.

3) Di queste dinamiche di mercato non si sono accorte solo le industrie: è in corso una dura competizione per attirare investimenti e creare competenze in altri Paesi europei, e in diverse parti del mondo. Sarebbe suicida per l’interesse nazionale italiano non assicurare costanza e certezza di risorse, regole e procedure, rispetto dei tempi (attraverso l’immediato potenziamento della struttura operativa del MiC), trasparenza (incluso il rigore dei controlli).

4) È tempo di aggiornare e correggere il tax credit, finito il Covid e gli incentivi potenziati (dal 30 al 40%), di efficientare contributi automatici e selettivi, supportare le aggregazioni di imprese italiane ed europee. In tutti i ‘tavoli’ convocati presso il MiC, Anica, assieme ad altre associazioni rappresentative, ha costantemente assicurato disponibilità e avanzato proposte per individuare, controllare ex ante (e sanzionare ex post) inefficienze e anomalie, nonché mettere capo all’eleggibilità delle spese (incluso un “de-escalator” alle aliquote).

5) Grande preoccupazione deriva dal ridimensionamento degli investimenti pubblici per Cinema e audiovisivo che potrebbe scaturire dalle revisioni normative del Canone Rai.