San Francisco (Usa) – Ha preso il via il processo che vede opposte Epic Games e Google. Lunedì le due company hanno fatto le rispettive dichiarazioni di apertura, e l’avvocato della company di Mountain View, Glenn Pomerantz, ha preso la parola per difendere la legittimità della quota del 30% applicata a tutte le transizione relative alle applicazioni distribuite attraverso il Play Store.
Come riporta “The Verge”, Pomerantz ha sostenuto che la quota del 30% rappresenta una tassa di mercato, e non di monopolio, rimarcando come Epic paghi una quota analoga anche per gli store di Nintendo, Steam e Xbox. “Tutti questi store digitali addebitano a un grande sviluppatore come Epic la stessa commissione”. Pomerantz ha anche sostenuto che Google Play e l’ecosistema Android continuano a riservare agli sviluppatori un valore maggiore rispetto ai servizi di elaborazione dei pagamenti come PayPal o Stripe.
Di contro, il rensonsabile di Epic Games Store Steve Allison, primo testimone ad essere chiamato a deporre durante il processo, ha contestato che il 30% rappresenti effettivamente uno standard, ricordando che Valve l’ha scelta per Steam semplicemente perché era quella applicata ai negozi fisici al momento del lancio del marketplace.