Palermo (Italia) – La Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un rivenditore online di prodotti di telefonia che avrebbe omesso di dichiarare al fisco oltre undici milioni di euro. A conclusione di un’articolata attività ispettiva, i finanzieri del comando provinciale del capoluogo siciliano hanno infatti ricostruito l’effettivo volume d’affari di una ditta individuale attiva nel commercio online di prodotti di telefonia. Il titolare dell’impresa, con l’intento di sfuggire al fisco, aveva cessato l’attività già nei primi mesi del 2019.
Il controllo, eseguito dai militari del II Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo, ha permesso quindi di ricondurre a tassazione l’intero ammontare degli introiti dell’attività commerciale grazie alla ricostruzione dei flussi di acquisto e vendita degli smartphone, core business dell’azienda ispezionata.
Inoltre, per far luce sul volume di affari realizzato, le fiamme gialle si sono affidate allo strumento delle indagini
finanziarie attraverso cui, con una capillare ricostruzione delle movimentazioni bancarie, è stato possibile
quantificare le imposte evase.
A conclusione delle attività la titolare è stata deferita all’Autorità Giudiziaria per il reato previsto dall’art. 10 del
D.Lgs. 74/2000, per aver occultato le scritture contabili con il precipuo fine di impedire la ricostruzione dei
profitti, e per quello previsto all’art. 4 in relazione all’ammontare di imposte evase superiore alla soglia
penalmente rilevante rispetto a quanto infedelmente dichiarato.
“L’attività posta in essere conferma l’impegno profuso dal Corpo a contrasto delle forme più perniciose e seriali
di evasione fiscale. L’intervento infatti è espressione dell’obiettivo di concreta riduzione dell’evasione fiscale e
del recupero del tax gap a tutela dell’economia sana e della corretta concorrenza dei mercati. Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato disposto sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare. Pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza”, si legge nella nota della Gdf.